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Il rischio idraulico, che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi d’acqua principali.

Si intende quindi la probabilità di subire allagamenti in seguito all’esondazione di un corso d’acqua. L’esondazione si può verificare sostanzialmente per tracimazione, quando il livello dell’acqua supera l’altezza degli argini, andando così ad invadere le aree circostanti o per rottura degli argini.

Alluvione

L’alluvione è l’allagamento di un’area dove normalmente non c’è acqua. A originare un’alluvione sono prevalentemente piogge abbondanti o prolungate. Le precipitazioni, infatti, possono avere effetti significativi sulla portata di fiumi, torrenti, canali e reti fognarie.
Un corso d’acqua può ingrossarsi fino a esondare, cioè straripare o rompere gli argini, allagando il territorio circostante. Non tutti i corsi d’acqua, però, si presentano e si
comportano allo stesso modo. Le fiumare, per esempio – diffuse nell’Italia meridionale – diventano veri e propri fiumi solo quando piove molto. Al diminuire delle precipitazioni, il
livello delle acque può ridursi fino a lasciare il letto asciutto. Altri corsi d’acqua addirittura non si vedono perché coperti artificialmente per lunghi tratti: sono i fiumi tombati. Per
questi, come per le reti fognarie, l’incapacità di contenere l’acqua piovana in eccesso può determinare allagamenti.
In generale, forti precipitazioni hanno effetti più gravi nei centri urbani. Non solo per la concentrazione di persone, strutture e infrastrutture, ma perché in questi ambienti l’azione
dell’uomo spesso ha modificato il territorio senza rispettarne gli equilibri.

Dove sono indicate le aree a Rischio?

Il rischio alluvione è molto diffuso in Italia. Le aree che possono essere interessate dallo straripamento di fiumi di grandi dimensioni sono individuate dal Pai – Piano di assetto
idrogeologico – realizzato dall’Autorità di Bacino o dalla Regione. Il Comune elabora il Piano di protezione civile tenendo conto delle informazioni del Pai e di eventuali altri studi sulle aree a rischio. Il Piano comunale deve indicare anche quali sono le aree alluvionabili a causa di piccoli fiumi, fiumi tombati, fiumare e reti fognarie, includendo situazioni potenzialmente critiche in corrispondenza di argini, ponti, sottopassi e restringimenti del corso d’acqua.

Per Ravenna il Piano di Protezione Civile con le relative mappe si trova al seguente link: https://www.comune.ra.it/aree-tematiche/protezione-civile/piano-di-protezione-civile-comunale

Le alluvione si possono prevedere?

Più grande è il corso d’acqua, più aumenta la capacità di previsione. L’innalzamento del livello delle acque in un fiume di grandi dimensioni – come l’Arno, il Tevere o il Po – è infatti un fenomeno che avviene lentamente, da diverse ore a più giorni. Ciò consente un monitoraggio costante e soprattutto azioni di prevenzione. Al contrario, il livello delle acque di piccoli fiumi o torrenti può crescere molto rapidamente, lasciando tempi di intervento ridotti. In questi casi – come per le fiumare, i fiumi tombati e le reti fognarie – non sempre siamo in grado di prevedere eventuali allagamenti, tanto meno quando e dove si verificheranno.
Le previsioni meteo, da cui dipendono le previsioni delle alluvioni, ci indicano infatti solo la probabilità di precipitazioni in un’area vasta, non la certezza che si verifichino
in un punto o in un altro. Anche gli allagamenti causati da rotture di argini sono eventi difficilmente prevedibili. 

Cosa si può fare per ridurre il rischio alluvione?

Oltre alla manutenzione periodica di corsi d’acqua e reti fognarie, è possibile realizzare opere per diminuire la probabilità che si verifichi un’alluvione o per ridurne l’impatto (per esempio, la costruzione di argini). Tuttavia gli effetti di un’alluvione si riducono soprattutto con provvedimenti che impediscono o limitano l’espansione urbanistica nelle aree alluvionabili. Altri strumenti sono i sistemi di allertamento, che permettono l’attivazione della protezione civile locale, la pianificazione e le esercitazioni. Infine ma non per ultimo e di estrema importanza solo le attività di sensibilizzazione della popolazione: essere consapevoli e preparati è infatti il modo migliore per convivere con il rischio.

Come funziona l'allertamento?

Le previsioni dei fenomeni meteorologici e dei loro effetti al suolo sono raccolte e condivise dalla rete dei Centri funzionali, cardine del Sistema di allertamento nazionale gestito dal Dipartimento della Protezione Civile, le Regioni e le Province Autonome.
Sulla base di queste informazioni, ciascuna Regione e Provincia Autonoma valuta le situazioni di pericolo che si potrebbero verificare sul proprio territorio e, se necessario, trasmette le allerte ai sistemi locali di protezione civile. Spetta poi ai Sindaci attivare i Piani di protezione civile, informare i cittadini sulle situazioni di rischio e decidere quali azioni intraprendere per tutelare la popolazione. Per approfondimenti visita la sezione “Allertamento meteo-idro” sul sito www.protezionecivile.gov.it

Per l'Emilia Romagna il sito dove vengono pubblicate le allerte è: https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/

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