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Scopri di più sui Maremoti e su cosa fare!

Il maremoto, in giapponese tsunami, è costituito da una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. In mare aperto le onde si propagano molto velocemente percorrendo grandi distanze, con altezze quasi impercettibili, ma con lunghezze d’onda (distanza tra un’onda e la successiva) che possono raggiungere alcune decine di chilometri. Avvicinandosi alla costa, la velocità dell’onda diminuisce mentre la sua altezza aumenta rapidamente, anche di decine di metri. La prima onda può non essere la più grande e tra l’arrivo di un’onda e la successiva possono passare diversi minuti.

Maremoto

Quali sono le cause?

Le cause principali sono i forti terremoti con epicentro in mare o vicino alla costa. I maremoti possono essere generati anche da frane sottomarine o costiere, da attività vulcanica in mare o vicina alla costa e, molto più raramente, da meteoriti che cadono in mare.

Cause maremoto

L'Italia è a rischio maremoto?

Tutte le coste del Mediterraneo sono a rischio maremoto. Bisogna inoltre considerare che le coste italiane possono essere raggiunte anche da maremoti generati in aree del Mediterraneo lontane dal nostro Paese.

Cosa succede sulle coste?

Il maremoto si manifesta come un rapido innalzamento del livello del mare o come un vero e proprio muro d’acqua che si abbatte sulle coste, causando un’inondazione. A volte si osserva un iniziale e improvviso ritiro del mare. Le onde di maremoto hanno molta più forza rispetto alle mareggiate e sono in grado di spingersi nell’entroterra anche per centinaia di metri – addirittura chilometri, se la costa è molto bassa – trascinando tutto ciò che trovano lungo il percorso.

Quando avverrà il prossimo maremoto?

Non è possibile saperlo: può verificarsi in qualsiasi momento. Sui maremoti sappiamo molte cose, ma nessuno è in grado di prevedere quando e dove si verificheranno.

In Italia esiste un sistema di allertamento?

Sì, il Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti generati da terremoto nel Mar Mediterraneo (SiAM).


Il sistema di allertamento maremoti SIAM

Le coste del Mediterraneo sono state interessate nel corso dei secoli da numerosi eventi di maremoto che hanno trovato la loro origine nell’elevata sismicità dell’area. Proprio in considerazione dell’esposizione a tale rischio delle coste del territorio italiano, il 17 febbraio 2017 è stata firmata la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che istituisce il SiAM-Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti generati da terremoti nel Mar Mediterraneo, sotto il coordinamento del Dipartimento della protezione civile.

All’interno di questo Sistema, l’Ingv - Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia - che opera attraverso il Cat (Centro di allerta tsunami) - ha il compito di valutare, nell’area di propria competenza, la possibilità che un terremoto di magnitudo uguale o superiore a 5.5, con epicentro in mare o vicino alla costa, possa generare un maremoto e di stimare i tempi di arrivo dell’onda lungo i differenti tratti di costa. I dati mareografici forniti dall'Ispra - Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale consentono di confermare o meno l’eventuale maremoto. Sulla base delle valutazioni del Cat, il Dipartimento della Protezione Civile – tramite la Sala Situazioni Italia – ha il compito di diffondere i messaggi di allerta per attivare, nel minor tempo possibile, il Servizio nazionale di protezione civile.

In attuazione di quanto previsto dalla Direttiva istitutiva del SiAM, il 15 novembre 2018, è uscito in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Capo Dipartimento contenente le Indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile per il rischio maremoto. Scopo principale del provvedimento, fornire alle diverse componenti e strutture operative del Servizio nazionale elementi utili alla pianificazione di protezione civile, in relazione a questo specifico rischio, per la salvaguardia della popolazione presente lungo le coste.

In merito al SiAM è importante sottolineare che, nonostante la scienza della previsione rapida e accurata dei maremoti abbia compiuto negli ultimi anni importanti passi avanti, non è sempre possibile emanare tempestivamente un’allerta e che la valutazione effettuata dal Cat dell’Ingv non assicura la certezza che a valle dell’emissione dell’allerta si verifichi un evento di maremoto e non garantisce nemmeno che l’impatto di un maremoto sulla costa sia sempre preceduto dall’emissione del messaggio di allerta. Inoltre, nel caso di terremoti tsunamigenici molto vicini alle coste italiane, l’arrivo dei messaggi di allerta SiAM potrebbe avvenire, nelle aree prossime all’area origine del terremoto, in tempi non sufficienti per attivare le misure preventive di salvaguardia della popolazione. In generale quindi, è di fondamentale importanza che il cittadino sappia riconoscere i fenomeni precursori di un maremoto e conosca le norme di autoprotezione. Per questo, è importante avviare attività di prevenzione, finalizzate alla riduzione del rischio e alla diffusione delle conoscenze di protezione civile.

Livelli e zone di allerta

In ambito SiAM, vengono adottati due livelli di allerta che dipendono dalla severità stimata del maremoto sulle coste italiane. Tali livelli, nonché il tempo di arrivo teorico della prima onda di maremoto sulla costa, sono stimati ai forecast point che corrispondono a specifiche coordinate geografiche (situate lungo la costa). In analogia ai livelli di allerta adottati in tutto il Mediterraneo, i livelli di allerta sono:

  • Arancione (Advisory): indica che le coste italiane potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza inferiore a 0,5 metri e/o con un run up inferiore a 1 metro;
  • Rosso (Watch): indica che le coste italiane potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza superiore a 0,5 metri e/o con un run up superiore a 1 metro.

dove per “run up” si intende la massima quota topografica raggiunta dall’onda di maremoto durante la sua ingressione (inondazione) rispetto al livello medio del mare.

Le zone costiere da evacuare in caso di allerta Arancione o Rossa sono definite nelle mappe di inondazione elaborate da Ispra, in cui al livello di allerta Arancione è associata la “zona di allertamento 1” mentre al livello di allerta Rosso è associata la “zona di Allertamento 2”. Sulla base dell’ampiezza delle zone di allertamento, della loro vulnerabilità, nonché delle caratteristiche delle vie di allontanamento e delle capacità operative del sistema territoriale, le amministrazioni comunali possono valutare se mantenere le due zone di allertamento distinte, o in alternativa, aggregarle in un'unica zona (“zona unica - allerta rossa/arancione”). Tali mappe sono consultabili al link http://sgi2.isprambiente.it/tsunamimap/ dove, al momento, sono disponibili solo quelle relative alle zone di allertamento per le Regioni Calabria e Sicilia.

Le mappe elaborate da Ispra, ancora preliminari, sono state realizzate secondo una metodologia speditiva utilizzata e accreditata anche a livello internazionale. Si basano su un recente modello di pericolosità probabilistica per gli tsunami generati da terremoti (S-PTHA, Seismic - PTHA), prodotto nell’ambito del progetto TSUMAPS-NEAM, co-finanziato dal DGECHO e coordinato da INGV. 

Tsunami map viewer

Messaggi di allerta

I messaggi di allerta maremoto in ambito SiAM sono emessi quando il Cat dell’Ingv registra un evento sismico, nell’area di propria competenza, tale da rendere probabile un maremoto con impatto significativo sulle coste italiane. Al messaggio di allerta possono essere associati due livelli di allerta: rosso o arancione.

I messaggi di allerta possono essere seguiti da messaggi di:

  • aggiornamento, quando, sulla base di nuove acquisizioni di dati o rielaborazioni per uno stesso evento, si verificano variazioni nella stima dei parametri sismici tali da determinare una variazione in aumento del livello di allerta rispetto a quello già emesso;
  • revoca, quando l'evento sismico registrato non dà realmente luogo all'evento di maremoto o dà luogo a un maremoto di modestissima entità. L’emissione di questo messaggio annulla il precedente messaggio di allerta;
  • conferma, quando attraverso l'analisi dei dati di livello del mare si registra la conferma strumentale di onde di maremoto. Tale messaggio viene emesso successivamente a un messaggio di allerta o di aggiornamento dell’allerta;
  • fine evento vengono emessi al termine di un evento di maremoto, quando le variazioni del livello del mare osservate sui mareografi disponibili ritornano a essere confrontabili con i livelli registrati precedentemente al maremoto. Questo messaggio chiude tutti i messaggi d'allerta emessi prima in relazione al medesimo evento.

In ambito SiAM, viene diramato anche un messaggio di:

  • informazione, che non costituisce un’allerta ma indica che è improbabile che l’eventuale maremoto produca un impatto significativo sulle coste italiane; tuttavia, entro 100 km circa dall’epicentro del terremoto si possono generare localmente variazioni nelle correnti e moti ondosi anomali.

Diramazione dei messaggi

Per la diramazione delle allerte, che deve necessariamente avvenire in tempi rapidi, il Dipartimento della protezione civile – che opera all’interno del SiAM – non può basarsi sulla procedura normalmente utilizzata per gli altri rischi di protezione civile, in cui i messaggi di allertamento sono diffusi attraverso le Regioni e/o le Prefetture. I tempi ristretti con cui si propagano le onde di maremoto nel Mar Mediterraneo richiedono infatti l’impiego di un sistema centralizzato in grado di attivare contemporaneamente le diverse istituzioni del Servizio Nazionale di Protezione Civile.

In tale ottica, il Dipartimento ha sviluppato la Piattaforma tecnologica SiAM, in grado di distribuire simultaneamente i messaggi di allerta ad un variegato gruppo di soggetti – tra Componenti, Strutture Operative e Società erogatrici di Servizi. Si precisa che la Piattaforma non raggiunge direttamente la popolazione che deve quindi essere allertata attraverso le modalità definite nel piano di protezione civile comunale, in raccordo con le pianificazioni degli altri livelli territoriali. Per contattare la popolazione sono in corso sperimentazioni per l'utilizzo del sistema IT-ALERT (https://www.it-alert.it/it/)

La Piattaforma è stata costruita per ricevere in modo automatico i messaggi di allerta diramati dal CAT dell’Ingv, contenenti l’indicazione degli eventi sismici potenzialmente tsunamigenici. Una volta verificata la validità formale dei messaggi, la Piattaforma avvierà la catena di distribuzione degli stessi a tutti i recapiti contenuti nella propria anagrafica, seguendo un doppio canale di distribuzione che prevede l’invio di SMS ed email. E’ in corso di sviluppo anche l’utilizzo dell’IVR - Interactive Voice Response (messaggio vocale registrato).

Strategia di intervento

La strategia generale adottata nelle Indicazioni operative per la salvaguardia della popolazione, in caso di diramazione di un’allerta maremoto, consiste nell’allontanamento preventivo della popolazione presente nelle zone costiere a rischio. Tale allontanamento dalle zone esposte, in generale, può essere verticale, quando si raggiungono i piani più alti degli edifici o comunque quote topografiche più alte rispetto alla costa ( quando ci si allontana dalla costa a rischio verso l’entroterra. La strategia si traduce in attività e misure di salvaguardia che vengono dettagliate nelle Indicazioni operative).

In particolare:

In caso di messaggio di allerta rossa o arancione, l’unica fase operativa che si può attivare è quella di Allarme, poiché il maremoto è generato da un evento non prevedibile e, in questo contesto, la conferma del suo reale innesco avviene in tempi limitati che non consentono di attivare fasi operative precedenti. La fase operativa di Allarme prevede le azioni che i soggetti dovranno attuare per agevolare l’allontanamento della popolazione e la messa in sicurezza delle infrastrutture presenti sul territorio, laddove possibile. In sintesi, in questa fase, i Comuni costieri devono attuare i propri piani di emergenza e attivare le procedure per allertare la popolazione; le Regioni devono attivare le procedure di gestione del flusso di informazione con i Comuni Costieri coinvolti nell’allerta; le Strutture Operative, le Regioni, le Province e le Prefetture-UTG devono mettere in atto le indispensabili azioni di supporto ai Comuni, ciascuno per quanto di competenza, attivando – se previsto – i propri piani di settore. In questa fase, il Dipartimento della protezione civile valuta l’eventuale convocazione del Comitato Operativo e, in raccordo con Ingv e Ispra, segue l’evoluzione dell’allerta fornendo ogni aggiornamento disponibile. Il Dipartimento si occupa inoltre di dare, più tempestivamente possibile, informazioni agli organi di stampa.

Anche i messaggi di Aggiornamento e Conferma, contenendo l’informazione sui livelli di allerta, sono associati alla Fase operativa di Allarme.

In caso di diramazione di un messaggio di informazione, le principali misure riguardano il livello territoriale – come amministrazioni comunali e strutture operative di livello territoriale – e consistono in attività di informazione alla popolazione, volte a fornire elementi di conoscenza sull’evento in corso e attività di verifica dell’effettiva fruibilità delle risorse disponibili sul territorio. A livello nazionale, le attività del SiAM consistono nel seguire l’evoluzione dell’evento; in particolare, il Dipartimento mantiene uno stretto raccordo con le Strutture operative e le Regioni costiere per monitorare eventuali situazioni di criticità locali e fornisce le necessarie informazioni agli organi di stampa.

Nel caso in cui si verificasse realmente un evento di maremoto, interessando parzialmente o totalmente i tratti di costa allertati, ancor prima della ricezione del messaggio di Fine Evento, si devono mettere in atto le azioni operative connesse alla gestione dell’emergenza previste nelle pianificazioni dei vari livelli territoriali. La risposta operativa deve avvenire in funzione delle effettive conseguenze che si sono manifestate sul territorio, a partire dall’attivazione del livello comunale, per arrivare, se necessario, a quella dell’intero Servizio nazionale della protezione civile. In relazione alla situazione in atto e sulla base di esigenze di carattere operativo valutate in tempo reale, potrà essere necessaria la convocazione del Comitato Operativo da parte del Dipartimento della protezione civile - qualora non già attivato durante la fase di Allarme – o l’istituzione di una Di.Coma.C., per garantire il coordinamento in loco della gestione dell’emergenza.

Infine, nel caso di un messaggio di Revoca, che è sempre preceduto da un messaggio di Allarme, pur non essendosi realmente generato un maremoto, potrebbe rendersi necessaria un’attività di gestione del rientro alla normalità, oltre alle azioni operative già poste in essere alla ricezione del messaggio di allerta. Tale attività deve essere supportata da una diffusa comunicazione alla popolazione che contempli sia informazioni legate al significato del messaggio stesso, sia quelle sulle modalità più approriate di rientro alle condizioni precedenti all'Allerta.


Cosa devi sapere prima del maremoto?

In un mare poco ampio come il Mediterraneo i tempi di arrivo delle onde sono molto brevi. Le autorità potrebbero non avere il tempo per diramare un’allerta. Quindi è ancora più importante imparare a riconoscere i fenomeni che possono segnalare l’arrivo di un maremoto:

  • un forte terremoto che hai percepito o di cui hai avuto notizia;

  • un rumore cupo e crescente che proviene dal mare, come quello di un treno o di un aereo a bassa quota;

  • un improvviso e insolito ritiro del mare, un rapido innalzamento del livello del mare o una grande onda estesa su tutto l’orizzonte.

Ricorda che le case e gli edifici vicini alla costa non sempre sono sicuri:

  • la sicurezza di un edificio dipende da molti fattori, per esempio la tipologia e la qualità dei materiali utilizzati nella costruzione, la quota a cui si trova, la distanza dalla riva, il numero di piani, l’esposizione più o meno diretta all’impatto dell’onda;
  • generalmente i piani alti di un edificio in cemento armato, se l’edificio è ben costruito, possono offrire una protezione adeguata.

Cosa devi fare prima del maremoto?

Conoscere l’ambiente in cui vivi, lavori o soggiorni è importante per reagire meglio in caso di emergenza. Imparare a prevenire e ridurre gli effetti del maremoto è un compito che riguarda tutti noi. Condividi quello che sai in famiglia, a scuola, con amici e colleghi: la diffusione di informazioni sul rischio maremoto è una responsabilità collettiva, a cui tutti dobbiamo contribuire.

Fin da subito

Se vivi, lavori o soggiorni in una zona a rischio maremoto:

  • informati sul Piano di protezione civile del Comune per sapere quali sono le zone pericolose, le vie e i tempi di evacuazione, la segnaletica da seguire e le aree di attesa da raggiungere in caso di emergenza,
  • informati sulla sicurezza della tua casa e dei luoghi che la circondano,
  • assicurati che la tua scuola o il luogo in cui lavori abbiano un piano di evacuazione e che vengano fatte esercitazioni periodiche,
  • preparati all’emergenza con la tua famiglia e fai un piano su come raggiungere le vie di fuga e le aree di attesa,
  • tieni in casa scorte di acqua e cibo e prepara un kit di emergenza che contenga, ad esempio, copia dei documenti, cassetta di pronto soccorso, torcia elettrica, radio a pile, ecc.

Cosa devi fare durante un maremoto?

Se sei in spiaggia o in una zona costiera

Se ricevi un messaggio di allerta che indica il possibile arrivo di un’onda di maremoto, oppure riconosci almeno uno di questi fenomeni:

  • forte terremoto che hai percepito direttamente o di cui hai avuto notizia;
  • improvviso e insolito ritiro del mare, rapido innalzamento del livello del mare o grande onda estesa su tutto l’orizzonte;
  • rumore cupo e crescente che proviene dal mare, come quello di un treno o di un aereo a bassa quota.

Esegui le seguenti azioni:

  • allontanati e raggiungi rapidamente l’area vicina più elevata (per esempio una collina o i piani alti di un edificio),
  • avverti le persone intorno a te del pericolo imminente,
  • corri seguendo la via di fuga più rapida,
  • non usare l’automobile, potrebbe diventare una trappola.

se sei in barca

Potresti non accorgerti dei fenomeni che accompagnano l’arrivo di un maremoto, per questo è importante ascoltare sempre i comunicati radio.

  • se sei in barca e hai avuto notizia di un terremoto sulla costa o in mare, portati al largo;
  • se sei in porto abbandona la barca e mettiti al sicuro in un posto elevato.

Cosa fare dopo un maremoto?

  • Rimani nell’area che hai raggiunto e cerca di dissuadere chi vuole tornare verso la costa: alla prima onda potrebbero seguirne altre più pericolose,
  • assicurati delle condizioni di salute delle persone intorno a te e, se possibile, presta i primi soccorsi.
  • segui le indicazioni delle autorità per capire quando lasciare il luogo in cui ti trovi e cosa fare.
  • usa il telefono solo per reale necessità.
  • non bere acqua del rubinetto.
  • non mangiare cibi che siano venuti a contatto con l’acqua e con i materiali trasportati dal maremoto: potrebbero essere contaminati.
  • se la tua abitazione è stata interessata dal maremoto, non rientrare prima di essere autorizzato.
     

Il maremoto può essere generato da un terremoto o da attività vulcanica: informati, quindi, anche su cosa fare in caso di terremoto o eruzione.


Anche Ravenna è a rischio maremoto?

Essendo una città che si trova sulla costa anche Ravenna è a rischio maremoto ed è inserita nelle zone di allertamento del SIAM. il Comune di Ravenna ha redatto una mappa di pericolosità che si trova all'interno del Piano di Protezione Civile (https://www.comune.ra.it/wp-content/uploads/2022/03/Tav_1_2_4_2_pericolosita-idraulica-maremoto.pdf) dove è possibile osservare in dettaglio le aree.

Gli eventi che si possono registrare in queste zone sono meno intensi di quelli che si possono verificare negli oceani proprio per la diversità della profondità dei fondali.


Le fonti utilizzate per questo articolo sono: